«Perseguire l’interesse generale della comunità, alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi e lo svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, commerciali di servizi – finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate».
Così l’articolo 1 della legge 381/1991 definisce le finalità delle cooperative sociali. Accanto ai tradizionali caratteri di democraticità e mutualità, propri delle cooperative, il principio della solidarietà è il tratto distintivo della cooperazione sociale, cui è stato attribuito un ruolo attivo nell’attuazione di forme di collaborazione con gli enti pubblici.
Il modello cooperativo risponde ai bisogni e alle esigenze espressi da cittadini svantaggiati sia per quanto riguarda il lavoro sia per quanto riguarda il diritto di partecipare attivamente alla società.
Fanno parte di questo settore le cooperative di tipo A, che gestiscono interventi di tipo territoriale e domiciliare rivolti ad anziani, bambini, persone in difficoltà (detenuti, ex detenuti, ex tossicodipendenti, immigrati, giovani a rischio, portatori di disagi fisici e psichici ecc.); le cooperative di tipo B, che svolgono attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, completando con efficacia l’azione svolta in parallelo dagli enti pubblici; le cooperative di tipo C, ovvero consorzi costituiti come società cooperative.
Rappresentante di quest’ultimo gruppo è Esperia, il consorzio per lo sviluppo della piccola e media cooperazione sociale imolese, costituito nell’ottobre 2003 al fine di promuovere lo sviluppo e il consolidamento delle socie fornendo alle stesse servizi, in via diretta ed indiretta, di natura immobiliare e finanziaria.